Operazione “Donne d’affari”, parla solo la sciclitana Maria Concetta Neri

La donna ha fornito la sua versione dei fatti

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RAGUSA – Solo la 59enne sciclitana Maria Concetta Neri ha risposto alle domande del Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa, Giovanni Ignaccolo, in merito al suo coinvolgimento nell’operazione eseguita dai carabinieri, denominata “Donne d’affari”, con la quale è stata arrestata insieme con altre due donne sciclitane, per usura aggravata in concorso, illecita attività d’intermediazione finanziaria senza iscrizione negli albi e minaccia aggravata. La donna, assistita dall’avvocato Alessandro Agnello, ha fornito la sua versione dei fatti al magistrato nel corso di quasi un’ora d’interrogatorio di garanzia. Si sono, invece, avvalse della facoltà di non rispondere Giovanna Imbergamo, 62 anni, e la figlia Eleonora Brafa, 40 anni, difese dall’avvocato Giuseppe Pellegrino. I due legali hanno presentato istanza di revoca degli arresti domiciliari per tutte e tre. L’indagine prese inizio nel giugno 2016 a seguito del suicidio dell’ex direttore delle Poste di Scicli, Guglielmo Delibera, impiccatosi nella sua casa di Marina di Modica. Un suicidio che trovò spiegazioni nelle successive attività info-investigative dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Modica. Dopo le prime captazioni vennero riscontrati numerosi contatti del defunto con Maria Concetta Neri. Sfruttando lo stato di bisogno di soggetti meno abbienti(agricoltori, commercianti, artigiani, casalinghe) che versavano in disastrose condizioni economiche e stretti dalla necessità di avere somme di denaro per far fronte a pregressi debiti, essendo protestati, le tre donne si sono poste quali punto di riferimento al fine di elargire crediti e prestiti facili, pretendendo un tasso di interesse oscillanti dal 20% sino ad arrivare al 60%. Nell’indagine sarebbero coinvolti anche dipendenti di banche locali. Le tre donne sono agli arresti domiciliari. Per gestire i loro affari illeciti e per convincere le vittime ad onorare i debiti, le tre donne non avrebbero esitato a ricorrere a pesanti minacce facendo riferimento anche all’intervento di “amici di Catania”, ricordando che “dietro le donne ci sono gli uomini”.

Fonte: RTM

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