Sequestro impianto ACIF di Scicli, primi commenti in città

Le note di Legambiente 'Kiafura' di 'Scicli Bene Comune' e 'Comitato Salute Ambiente Territorio Scicli'

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SCICLI – Primi commenti in città dopo la notizia del sequestro preventivo dell’impianto di trattamento rifiuti dell’ACIF di contrada Cuturi da parte dei Carabinieri del NOE di Catania. Tra questi quelli di Legambiente ‘Kiafura’ e di ‘Scicli Bene Comune’ e ‘Comitato Salute  Ambiente Territorio Scicli’

LEGAMBIENTE
“Grazie alla nostra dettagliata denuncia e all’ottimo lavoro del Comando Carabinieri tutela ambiente di Roma e del Nucleo operativo ecologico di Catania, si è arrivati finalmente al sequestro dell’impianto ACIF. Alla fine dell’affollatissimo convegno organizzato lo scorso gennaio al Teatro Italia dal nostro circolo Kiafura avevamo promesso ai cittadini di Scicli che Legambiente non avrebbe dato tregua a chi voleva realizzare un impianto di trattamento rifiuti, anche pericolosi, in piena zona agricola e a poca distanza dal centro abitato. Abbiamo mantenuto l’impegno preso pubblicamente con la comunità sciclitana. Ora si cancelli definitivamente quel progetto insensato”. È questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, sul sequestro operato grazie all’indagine realizzata dall’Arma dei Carabinieri e coordinata dalla Procura di Ragusa.

“Legambiente è stata pronta nel sostenere sin dai primi momenti le ragioni dei cittadini di Scicli e del Comitato Salute e Ambiente, intervenendo con tutte le sue articolazioni territoriali, dalla direzione nazionale a a quella regionale siciliana e infine con il circolo locale” – aggiunge Alessia Gambuzza, presidente del circolo Kiafura di Scicli adesso sta al Presidente Musumeci interrompere la sua incomprensibile mancanza di provvedimenti ufficiali su questa vicenda dopo le rassicurazioni esplicitate nell’incontro con Legambiente e il Comitato cittadino di Scicli avvenuto a Palermo il 4 aprile scorso,  e dopo le recenti dichiarazioni in merito alla sospensione temporale dell’ Autorizzazione Integrata Ambientale contraddistinta da inammissibili irregolarità.  Alla luce del sequestro avvenuto ieri, chiediamo con ancora più forza al Presidente Musumeci di chiudere una volta per tutte uno dei capitoli più pericolosi della storia di Scicli revocando definitivamente l’AIA”.

SCICLI BENE COMUNE
“Scicli Bene Comune, è stata sempre in prima linea nelle battaglie a difesa del nostro territorio, con la certezza che ‘L’Eden non è altrove’. Ieri il sequestro da parte dei carabinieri del Noe della Piattaforma ACIF per il trattamento di rifiuti pericolosi e non. Ci piace oggi ricordare la grande manifestazione del 6 maggio 2016 che vide tra gli organizzatori il nostro Mimmo Burletti, una marea di persone per dire NO a un modello di sviluppo che ha tentato di trasformare Scicli in una nuova terra dei fuochi. Continueremo a tenere alta la guardia, continueremo a praticare azioni forti di Resistenza perché ci meritiamo di vivere e restare in questa terra Bellissima”.  
COMITATO SALUTE AMBIENTE TERRITORIO DI SCICLI

Il sequestro cautelare degli impianti ACIF da parte del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Catania, convalidato ieri 8 giugno dal Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa, conferma quanto sostenuto da tempo dal ‘Comitato Salute Ambiente e Territorio di Scicli’ sulla insussistenza delle autorizzazioni sulla base delle quali l’Acif ha operato dal settembre 2016, quando a seguito di un suo esposto, la ex provincia revocò le autorizzazioni concesse.

Già il 18 aprile scorso il Genio Civile di Ragusa, sulla base di un esposto inviato da Legambiente il 29 marzo, aveva comunicato all’ACIF il diniego a costruire in deroga; e il 7 maggio aveva intimato di sospendere immediatamente i lavori, a seguito dei numerosi abusi edilizi riscontrati che denunciava alla Procura della Repubblica di Ragusa.

È stata dunque necessaria un esposto di Legambiente per ottenere tempestivi controlli del Genio Civile di Ragusa e del NOE di Catania, mentre- nonostante i ripetuti solleciti – nulla risulta da parte del Comune di Scicli, se non che è saltato il sopralluogo fissato per il 30 maggio, a due mesi dalla denuncia.

Come da noi sostenuto ripetutamente dal tempo della Commissione Straordinaria e poi a partire dal Consiglio Comunale Aperto di Scicli del 30 gennaio 2017, sarebbero bastati pochi controlli mirati per evidenziare le numerose e gravi irregolarità a carico dell’impianto.

Ora il Comitato auspica che si indaghi sul periodo precedente al 2016, quando la ditta Acif ha operato in base ad una autorizzazione ottenuta dalla Provincia di Ragusa, Ente incompetente a rilasciarla relativamente ai rifiuti pericolosi; e dichiarandosi in regola con le norme urbanistiche, mentre l’Ufficio Tecnico Comunale aveva rilasciato netta dichiarazione opposta. E si aspetta che si indaghi, fra l’altro, sulla movimentazione e sulla destinazione dei reflui delle lavorazioni finora effettuate, visto che non risultano presenti sui luoghi vie di smaltimento (anzi, in un documento fornito dalla stessa ditta si parla di smaltimento attraverso un pozzo perdente, procedura vietata dalle norme per i gravi danni ambientali che essa comporta).

Il presidente Musumeci soltanto all’incontro avvenuto a Palermo il 4 aprile scorso è stato compiutamente informato, dal Comitato e da Legambiente, sulle gravi irregolarità delle procedure e in particolare sulle gravissime gravi irritualità presenti nell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata all’ACIF il 3 marzo 2016 dalla Regione Siciliana. Verbalmente nei giorni scorsi ha dichiarato che la Regione procederà alla “sospensione” dell’AIA, rimandando di fatto la soluzione del problema e nulla di nuovo apportando alla situazione attuale, che è già ampiamente “sospesa” dai provvedimenti del Genio Civile e del NOE. Riteniamo perciò che terrà nel dovuto conto le novità emerse e che vorrà prendere atto che quel decreto è viziato da gravi profili di illegittimità, annullandolo in via definitiva.

 

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