Scicli: per il Consiglio di Stato fu giusto lo scioglimento per mafia

Respinto ricorso dei Consiglieri comunali

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SCICLI – Il consiglio di Stato (terza sezione) ha definitivamente confermato la legittimita’ dello scioglimento del comune di Scicli per infiltrazioni mafiose, deciso dal consiglio dei Ministri il 29 aprile 2015, rigettando il ricorso proposto da alcuni ex consiglieri comunali presenti nella scorsa legislatura, guidata dal sindaco del tempo, Franco Susino. Consiglieri, ma anche gli ex assessori, avevano appellato la sentenza –per loro negativa– del TAR del Lazio. Il collegio ha respinto l’appello dei consiglieri comunali ‘sciolti’  perche’ ha ritenuto che “per giurisprudenza consolidata, e’ la semplice presenza di ‘elementi’ su ‘collegamenti’ o ‘forme di condizionamento’ che consentano di individuare la sussistenza di un rapporto fra gli amministratori e la criminalita’ organizzata, a giustificare lo scioglimento. Nel dispositivo, si legge che ciò resta tale “anche laddove non vi sia una puntuale dimostrazione della volonta’ degli amministratori di assecondare gli interessi della criminalita’ organizzata, o non sussistano ipotesi di responsabilita’ personali, anche penali, degli amministratori o dei funzionari. La giurisprudenza della ‘sezione’ ritiene che il giudizio fondato sulla logica del “piu’ probabile che non” sia applicabile anche allo scioglimento del consiglio comunale di Scicli del 29 aprile 2015, come atto anticipatorio e non sanzionatorio. Nel ricorso al Consiglio di Stato, ex consiglieri ed ex amministratori  avevano puntato molto sull’assoluzione in primo grado dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa dell’ex sindaco Franco Susino (che si dimise il 23 dicembre del 2014), decisa dal Tribunale di Ragusa il 16 luglio dell’anno scorso, che faceva decadere molti rilievi. Su questo punto il Collegio ha riconosciuto che “alcune delle argomentazioni di censura, diminuiscono il significato indiziario di alcuni dei fatti contestati ma non ne eliminano la rilevanza“. Nei fatti, questo giudizio del Consiglio di Stato, cambia nulla nella legislatura in corso, cominciata con le elezioni amministrative del novembre 2016.

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