Scicli: l’Uomo Vivo sospeso nel tempo

Il rito di Pasqua rinviato per necessità

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SCICLI  (Di Paolo Nifosì) – Quest’anno non ci sarà l’appuntamento collettivo dei cittadini di Scicli intorno al simulacro del Cristo risorto. Il rito è per necessità rinviato. Ci mancherà? Non so. Ciascuno di noi è memoria del passato, è presente, ed è speranza del futuro. La liturgia del giorno di Pasqua la conosciamo a memoria; è impressa in ognuno di noi con le sequenze scandite. Appuntamento per le 12.30 tra Piazza Carmine e Chiesa di Santa Maria la Nova. Il Venerabile è portato in processione lungo le vie del centro storico. Il momento atteso e legato all’ingresso in chiesa del Venerabile, intorno alle 13. Solo in quel momento vedremo uscire sul sagrato la statua del Cristo Risorto. Cominceranno in quel momento i vorticosi giri sul sagrato. Poi si parte fino al piazzale laterale alla chiesa della Consolazione. Lì, lo sguardo verso colle di San Matteo dove esplodono i primi mortaretti. Poi verso Piazza Busacca per un primo giro nel rettangolo della piazza. Si va verso Piazza Italia, si ritorna in Piazza Carmine; diversi giri intorno al monumento al Busacca, con la banda che senza tregua continua a ripetere l’inno dedicato al benefattore. Sono le 15 circa, finalmente il Cristo Risorto entra al Carmine. Se ne riparlerà nel pomeriggio, e soprattutto la sera, a partire dalle 23 fino alle 2.30. Sono orari tutti approssimativi. Ci mancherà, certo, soprattutto ai ragazzi e alle ragazze che pensavano al vestito, a tutti quanti: quelle tre ore sono un modo di reincontrarsi, di salutarsi (scrive Leopardi: ”Tutta vestita a festa la gioventù del loco lascia le case, e per le vie si spande; e mira ed è mirata, e in cor s’allegra”). Ma la liturgia di quel giorno ci resta dentro, non è cancellata. La giornata passerà a scandire quello che avrebbe dovuto accadere ora dopo ora. Anche il pranzo di famiglia in gran parte ci mancherà, non essendo possibili le riunioni di famiglia, ma penso che qualcosa di buono, comunque si mangerà. Ci resta la speranza, e non è cosa da poco. Quella memoria rimanda a quello che succederà tra un anno, alla ciclica liturgia. La natura è ciclica, e i nostri comportamenti sono ciclici. Tra un anno si griderà ancora una volta “gioia, gioia, gioia”.

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