Scioglimento Comune, Legambiente Kiafura e CTSA: “Scicli è stata sciolta ingiustamente”

Dopo l’intervento del primo cittadino, si registrano i primi commenti in città

Nella foto da sx: Tizia Cicero (Presidente CTSA Scicli) e Alessia Gambuzza (Presidente Legambiente "Kiafura" Scicli)
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SCICLI – Oggi è il giorno dei commenti sulla conclusione dell’inchiesta della Commissione regionale antimafia sullo scioglimento del Comune di Scicli del 2015.

I primi commenti sono arrivati stamattina dal primo cittadino Enzo Giannone che, a parte qualcosa, condivide il contenuto della relazione.

Qualche ora più tardi è il circolo Legambiente Kiafura e il “Comitato per la tutela della salute e dell’ambiente” a redigere un comunicato stampa.

La relazione sul ‘Caso Scicli’, ovvero sullo scioglimento del nostro Comune nel 2015, basato su ‘malandrinate di paese’, è stata pubblicata ieri pomeriggio dalla Commissione regionale antimafia presieduta dall’on.le Claudio Fava”.

Inizia così il comunicato redatto da Legambiente Kiafura e CTSA da sempre attenti alle questioni ambientali che riguardano il territorio di Scicli.

Di seguito il resto della nota di Legambiente Kiafura e CTSA

Le conclusioni, approvate all’unanimità dalla Commissione, danno pieno supporto alle posizioni assunte da chi, sin dalle primissime battute, ha provato a tutelare l’immagine di Scicli dall’ingiusta onta di mafiosità e di chi ha sostenuto che fra gli obiettivi dello scioglimento vi fosse l’eliminazione di quel governo eletto che si era più volte pronunciato contro l’imposizione di trame connesse al petrolio e ai rifiuti”.

Fra queste trame, quelle connesse all’ampliamento di piattaforme per il trattamento dei rifiuti pericolosi, come l’ACIF di Contrada Cuturi, ma anche al possibile impianto di nuove discariche con effetti devastanti sul territorio, come la cava di Truncafila, tuttora rimasta senza difese certe”.

La relazione della Commissione, inoltre, mette in risalto in maniera impietosa il ruolo più che discutibile ricoperto da personaggi appartenenti sia alla politica, sia alle istituzioni, alcuni dei quali a vario titolo coinvolti nelle autorizzazioni rilasciate all’impianto ACIF, e lascia aperti ampi scenari di dubbio, che qualcuno dovrà chiarire ai cittadini di Scicli”.

Addirittura, il funzionario che ha firmato l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) afferma “noi non abbiamo fatto altro che ricalcare quelle che erano le indicazioni … in effetti, noi abbiamo in modo non corretto espresso come parere positivo…  In effetti con il senno di poi è stata un’interpretazione che non rifarei…”. Perché e su indicazione di chi l’Assessorato ha espresso un parere che positivo – come afferma il funzionario – non poteva essere e che oggi non rifarebbe?”

Il nostro Comitato, audito due volte dalla Commissione antimafia, trova confermate le analisi e le conclusioni da sempre sostenute a difesa della nostra città. Scicli, città patrimonio mondiale dell’Unesco, ha ancora bisogno di essere fortemente difesa da chi vuole trasformarla in una discarica a cielo aperto o in una “terra dei fuochi“.

Così si esprime Tiziana Cicero, presidente del Comitato di Volontariato Salute Ambiente e Territorio di Scicli.

Per Alessia Gambuzza, presidente del Circolo Legambiente Kiafura, anch’ essa audita in Commissione “si dimostra tutta la correttezza della posizione assunta dalla nostra associazione, anche a livello nazionale e regionale, che sin dall’inizio ha difeso la città insieme a comuni cittadini e associazioni nei tribunali amministrativi e continua ancora oggi a farlo grazie al lavoro del nostro Circolo e senza l’appoggio delle istituzioni.”

Alla luce dei fatti emersi ambedue affermano: “Le istituzioni cittadine chiedano ora e con forza di annullare le sentenze del Tribunale amministrativo che bollano Scicli come città mafiosa”.

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