SCICLI – Lo scorrere inesorabile del tempo continua a mettere a dura prova la resistenza dello “stabilimento bruciato” di contrada Punta Pisciotto a Sampieri.
A ribadire la necessità di un rapido intervento, per mettere in sicurezza e salvaguardare l’ex Fornace Penna, sono Legambiente Sicilia e il circolo locale “Kiafura” che hanno avanzato una proposta all’assessore Regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà.
In una lettera, a firma del presidente regionale dell’associazione ambientalista, Gianfranco Zanna, e dalla presidente della sezione locale del “Cigno Verde”, Alessia Gambuzza, viene chiesto il coinvolgimento del Corpo dei Vigili del Fuoco per salvare il rudere.
“Dopo numerosi tentativi di recupero andati a vuoto, -esordiscono Zanna e Gambuzza- è finalmente scesa in campo la Regione Siciliana, rinfocolando le speranze di chi anela il restauro e la fruizione del bene”.
Nonostante ciò Legambiente è preoccupata dei “meccanismi impietosi della burocrazia che potrebbero giungere a decretare la fine della Fornace Penna, –riporta la nota- non solo per il cospicuo ammontare del fabbisogno finanziario necessario per la tutela, ma anche per i tempi di intervento”.
I presidenti Zanna e Gambuzza aggiungono: “la Fornace appartiene in quota ai numerosi discendenti della famiglia Penna, originari proprietari, e questa circostanza può rendere complessa e lunga la realizzazione delle ipotesi di acquisto o di esproprio”.
Per il recupero della struttura, gioiello dell’archeologia industriale, Legambiente Sicilia e il locale circolo Kiafura di Scicli consigliano di imitare quanto fatto per il Teatro Greco di Taormina “quando nel 2017 -si legge nel documento- alle precarie condizioni in cui versava corrispose la grande mobilitazione che culminò con un illuminato accordo tra il Ministero dell’Interno, la Regione Siciliana e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, organismo dotato di altissime professionalità”.
Secondo Legambiente una soluzione, per ridurre i tempi della burocrazia, potrebbe essere individuata “nella facoltà che il Codice dei Beni Culturali e Ambientali concede agli enti preposti alla tutela di agire in sostituzione della proprietà inadempiente”.
“Viste le grandi difficoltà di ogni genere –concludono Zanna e Gambuzza- e il processo di degrado ormai sempre più veloce ai danni di questa struttura unica nel suo genere, vale bene la pena di verificare le possibilità e le condizioni di intervento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e di utilizzare tutti i meccanismi, resi disponibili dal Codice dei Culturali e Ambientali, al fine di concretizzare un intervento a costi accettabili e nei tempi più brevi”.