Stipendi Consorzio Bonifica, PD Scicli: “Tanti proclami, irrisolta la grave crisi”

A gran voce il partito chiede di “ridare la dignità ai lavoratori dell’ente consortile”

Nella foto la sede di contrada ‘Spinasanta’ a Donnalucata del Consorzio di Bonifica
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SCICLI – “Sono stati in questi anni fatti tanti proclami, ma ancora non sono arrivati gli atti amministrativi per risolvere la grave crisi, sfociata nel mancato pagamento degli stipendi”. Queste le parole che arrivano dal Partito Democratico di Scicli, in riferimento al Consorzio di Bonifica n.8 di Ragusa.

Il partito si schiera a difesa dei lavoratori dell’ente consortile, “i primi a soffrire -riporta un documento- a causa della mancata puntualità dei pagamenti degli stipendi, e degli arretrati che si sono così accumulati”.

Per il PD la causa va ricercata nella “mancanza di strategia, di pianificazione degli investimenti, in scelte politiche che si sono interessate del consorzio solo a momenti alterni e soprattutto per assunzioni di personale, non guidate dal solo funzionamento dell’ente, in una dirigenza che a fronte di tutto ciò, non ha adottato le scelte giuste per uscire dal pantano”.

Una situazione descritta dal partito come “una tempesta perfetta che ora si abbatte sui consorziati e sui lavoratori”. Il PD chiede che ai dipendenti venga ridata “la dignità” e si sofferma sulla “necessità delle tante famiglie monoreddito di ricevere gli stipendi arretrati e di garantire loro con regolarità quelli futuri; ed è onere –sottolinea la nota- di chi ha le responsabilità di gestione e politiche (in primo luogo della Regione Siciliana) fornire immediatamente le risposte”.

Sono lavoratori –dichiara ancora il partito- con esperienza e professionalità, che però sono spesso lasciati senza direttive e senza strumenti di lavoro per fare le ordinarie manutenzioni della rete irrigua, e quindi devono essere messi nelle condizioni, semplicemente, di poter lavorare”.

Il PD evidenzia l’importanza avuta dalla struttura consortile nello sviluppo dell’agricoltura intensiva, ma “dal momento in cui i trasferimenti regionali sono diminuiti, mentre il numero di assunzioni è aumentato -si legge-, il maggiore costo si è trasferito sui consorziati, che hanno visto l’importo delle tariffe aumentare esponenzialmente”.

Un incremento dei costi che, a giudizio del partito, non possono essere sopportati dai privati e dalle aziende agricole, “soprattutto in funzione di un servizio che o è assente (per il non funzionamento della canaletta di irrigazione) o comunque non è proporzionale alla qualità del servizio fornito”.

In questo quadro non felice, il Consorzio non si è dotato di un piano di classificazione del piano irriguo per i terreni serviti, e il contenzioso tributario è aumentato”, ha proseguito il PD.

A fronte della situazione, -afferma poi il partito con tono polemico- non poteva mancare la dichiarazione dell’on. Orazio Ragusa che, essendo pienamente funzionale rispetto alla classe politica che ha determinato il disastro, senza un minimo di autocritica, parla come se non fosse lui un deputato all’Ars da tre legislature, il presidente della Commissione Attività Produttive all’Ars, espressione dell’area politica che da sempre ha determinato le scelte dirigenziali del Consorzio”.

Il Partito Democratico termina il suo intervento col chiedere “un vero ripensamento degli interventi della politica, in funzione del servizio da rendere, e nel rispetto dei lavoratori chiamati a prestare la loro attività. La dirigenza del Consorzio, se è in condizioni di fornire immediate risposte per i lavoratori dipendenti in primis, le adotti con la massima urgenza e celerità o, diversamente, ne tragga le opportune conclusioni”.

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