Campo agrivoltaico a nord di Donnalucata: “C’è chi dice no”

L’intervento del Partito della Rifondazione comunista di Scicli inviato alla nostra redazione

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SCICLI – Perché siamo contrari al cosiddetto agrivoltaico, il progetto che la società Falck e l’amministrazione comunale hanno entusiasticamente presentato il 13 ottobre a palazzo Spadaro?

Per un motivo di fondo: perché si tratta di un esempio di una tendenza favorita dagli ultimi governi nazionali e abbracciata dalla regione Sicilia e che consiste nell’occupazione delle zone agricole da parte dell’industria e quindi in un conseguente grande consumo di suolo.

Catturare i raggi del sole e farne energia elettrica senza consumo di combustibili fossili, togliendo allo stesso tempo l’energia solare alla terra, non è una scelta che va nella direzione di una vera transizione ecologica.

Rappresenta lo strenuo tentativo di coniugare ciò che è inconciliabile, e cioè la salvezza del pianeta e i margini di profitto delle multinazionali. È la finta transizione ecologica di Draghi e CingolEni.

Il sole è anche il più importante “fertilizzante” naturale, ci sono tanti tetti su cui montare pannelli fotovoltaici, non vogliamo che coprano la nostra terra.

E poi è sempre la solita storia: la terra del sud al servizio del capitale del nord. Cosa ricaveremo noi sciclitani da questo impianto? Quanto è stata coinvolta la popolazione?

Partito della Rifondazione comunista di Scicli

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