Scicli, la Passione di Cristo in dialetto

Stasera nella chiesa della Consolazione va in scena lo spettacolo, ideato da Amedeo Falla, “I Triépini - i cunti ra Passioni”

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SCICLI – Luci accese stasera nella chiesa della Consolazione, che farà da scenario allo spettacolo “I Triépini – i cunti ra Passioni”. Si tratta di un lavoro (portato per la seconda volta in scena) ideato da Amedeo Falla dopo aver condotto, dal 2015 ad oggi, una ricerca per risalire ai racconti in dialetto sciclitano sulla Passione di Cristo. È una rappresentazione che prende vita da un intreccio di storia, ricordo, devozione e tradizione.

Viene però da chiedersi: cosa sarebbero “I Triépini”? Risponde Falla: “È il nome dialettale – spiega- dato all’Ufficio delle Tenebre, un Ufficio liturgico in uso nella Chiesa Cattolica sino alla riforma sulla Settimana Santa del 1955, che si svolgeva alla ‘Consolazione’ negli ultimi tre giorni della Settimana Santa.

La peculiarità di questo rito – aggiunge l’ideatore dello spettacolo – era quella dello ‘strepitus’, ovvero il terremoto che, al termine del rito, a candele spente, veniva prodotto dal battito sfrenato sui banchi di libri o delle mani stesse, da parte dei Canonici o del popolo che assisteva”.

Il popolo attendeva questo momento finale e, facendosi prendere ‘dall’entusiasmo’, oltre a sbattere i piedi per terra e le mani sui banchi, si lasciava trasportare urlando e a volte rompendo le suppellettili della chiesa. Da qui – afferma Falla – il modo di dire comune sciclitano ‘A chi c’hai i Triépini?’, usato quando si voleva indicare lo stato di agitazione di qualcuno”.

Nella foto Amedeo Falla

Invece di cantare i salmi e le preghiere indicate dal rito, ne “I Triépini” saranno recitate le preghiere e i “Cunti” che il popolo riservava alla devozione semplice verso Gesù, morto flagellato, e Maria Addolorata.

Le scene che costelleranno la rappresentazione – prosegue Falla – saranno i ‘tableau Vivant’ delle immagini sacre custodite dentro la chiesa della Consolazione: la flagellazione di Cristo, Gesù che porta la Croce (U Signuri o Timpuni), la Vergine dello Spasimo e Maria che piange il Figlio morto (l’Addolorata). Sarà pure messa in scena l’Immagine Sacra che ogni sciclitano conosce ed ama: l’Addolorata di Santa Maria La Nova o, per l’esattezza, il Compianto al Cristo Morto.

Queste “immagini viventi” saranno accompagnate dai “suoni” della Passione di Cristo che appartengono alla nostra tradizione: le marce funebri. Esse saranno eseguite dal complesso bandistico “Pietro di Lorenzo Busacca e Federico Borrometi – Città di Scicli”, diretto dal maestro Girolamo Manenti.

Con questo spettacolo desidero – termina Falla – regalare al popolo ciò che gli appartiene, per far sì che il passato non diventi ‘assenza’, ma fruttuosa presenza, perché quello che ci hanno donato i nostri avi non venga mai più dimenticato”. L’inizio dell’evento è fissato per le ore 20.15. Ingresso gratuito.

Di seguito l’elenco completo del cast che si esibirà.

Lettori: Amedeo Falla, Carmelo Trovato e Alessandra Nifosì
Gesù: Sergio Di Giovanni
Maria: Sonia Occhipinti
Veronica: Maria Elena Causarano
Giovanni: Gabriele Iacono
Le Marie: Claudia Belluardo e Gaia Aprile
Le Discepole: Jole Trovato, Giovanna Zisa, Cristina Arrabito, Veronica Rosati, Mirella Alfieri e Guglielmina Carpinteri.
I Juriei: Peppe Stimolo e José Falla
Giuseppe d’Arimatea: Leuccio Calvo.

Il progetto sarà presentato da: don Ignazio La China, vicario foraneo di Scicli, storico e ricercatore di storia popolare e delle tradizioni; padre Antonio Sparacino, parroco della comunità di Parrocchie “Carmine – Santa Maria La Nova”, storico e ricercatore, e don Nello Garofalo, sacerdote della comunità parrocchiale “Carmine – Santa Maria La Nova”.

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