Scicli, un luogo per giocare: scelta via F. M. Penna

Un’occasione per bambine, bambini e adolescenti di stare insieme e riappropriarsi degli spazi della propria città. L’iniziativa promossa dal comitato provinciale per l’Unicef Ragusa per celebrare la Giornata Mondiale del Diritto al Gioco, in programma mercoledì 28 maggio

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SCICLI – Giochi in via Francesco Mormina Penna. Scicli è tra le cinque città iblee che hanno aderito, il prossimo mercoledì 28 maggio, all’iniziativa “Cento luoghi per giocare”, promossa dal comitato provinciale per l’Unicef di Ragusa, in occasione della Giornata Mondiale del Diritto al Gioco. Bambine, bambini e adolescenti avranno l’opportunità di stare insieme e riappropriarsi degli spazi della propria città.

All’invito trasmesso alle scuole iblee dalla presidente provinciale Elisa Mandarà ha risposto con una entusiastica adesione anche l’Istituto Comprensivo “Don Milani” (la Secondaria), che occuperà pacificamente via Francesco Mormina Penna.

Questa iniziativa – afferma Mandarà – ha diverse e imprescindibili finalità: far riscoprire i giochi della tradizione (siciliana e italiana) e conoscere quelli di altri Paesi e continenti, con l’obiettivo di educare alla mondialità e al concetto di unicità, ovunque si sia nati; l’intenzione è di accompagnare i bambini, i ragazzi e gli adolescenti in una imperdibile occasione per stare insieme e riappropriarsi di spazi della loro città; raccogliere fondi da destinare ai progetti Unicef, attraverso la cessione di giochi della tradizione”.

Nella foto Elisa Mandarà

L’aver riconosciuto al minore il diritto al gioco, allo svago, al riposo e alla libera espressione può essere letto – aggiunge la presidente provinciale Unicef Ragusa – come una indiretta protezione dei minori dalle diverse forme di sfruttamento, ancora oggi purtroppo molto diffuse in tante parti del mondo. Ma dobbiamo anche constatare che i bambini di oggi giocano poco e recenti studi hanno dimostrato che, non solo per la loro bellezza o per il loro interesse storico e culturale, i giochi della tradizione, spesso quelli di strada, possono rappresentare un valido strumento educativo e pedagogico, oltre a uno stimolo per lo sviluppo intellettuale ed affettivo dei bambini.

Quei passatempi, al Sud come al Nord, sono stati spesso dimenticati e la causa di questo fenomeno – conclude Mandarà – va ricercata anche nella carenza di spazi all’aperto, da quando le strade, i cortili e molti spazi non edificati sono dominio esclusivo delle automobili”.

 

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