SCICLI – L’ubicazione data al palco delle Milizie divide anche quest’anno Scicli. Iniziata stamattina il montaggio del castello scenografico su cui verrà rappresentato il fatto d’armi del 1091 tra Normanni e Saraceni che culmina con l’apparizione della Madonna Guerriera, copatrona della città.
Alla battaglia di sabato sera si arriverà con una vivacissima polemica sull’inedita posizione dell’allestimento scenico, spostato verso la chiesa Madre, all’intersezione tra piazza Italia e via Nazionale. Contrari e favorevoli, punti di vista differenti. Ci sono coloro che criticano pesantemente la decisione, ritenendola un “insulto” alla tradizione. A loro ribattono quanti pensano che “introdurre” qualche novità, sperimentando nuovi giochi scenografici con il contesto urbano circostante, non sia poi così grave, in quanto aiuti a mantenere vivo l’interesse verso la festa.
Una controversia che si ripresenta ormai da un paio di anni, dal momento in cui il palco delle Milizie è diventato “itinerante”. Abbandonata la storica posizione centrale di piazza Italia, la scenografia è stata posizionata nelle due ultime edizioni all’intersezione tra via Anita Garibaldi e via Castellana. Ora la nuova posizione che fa infuriare tanti cittadini.
Una disputa che si riflette anche sul piano politico. La consigliera comunale Caterina Riccotti del Partito Democratico critica duramente la scelta fatta dall’amministrazione Marino.

“Anche quest’anno – attacca la dem -, si è deciso, senza un reale confronto con cittadini e associazioni, di cambiare nuovamente la posizione del palco. Una decisione che solleva gravi dubbi su viabilità, impatto economico e logica organizzativa. La nuova collocazione, sempre più verso via Mormina Penna, penalizza fortemente piazza Italia e largo Gramsci, spazi da sempre centrali in quei giorni di festa. Le attività commerciali della zona si trovano ancora una volta in difficoltà: limitazioni alla circolazione, accessi bloccati, flussi turistici deviati. Ci chiediamo: perché abbandonare la storica e collaudata posizione del palco, che garantiva equilibrio tra tradizione, logistica e coinvolgimento delle diverse aree cittadine?”.
“È ora di dire basta a decisioni calate dall’alto. Le feste popolari – conclude Riccotti – sono patrimonio di tutti, non possono diventare strumenti di visibilità politica. Il coinvolgimento dei cittadini non può esaurirsi al momento del voto. Chiediamo trasparenza e partecipazione reale. Le scelte che riguardano l’intera comunità vanno condivise, discusse e ponderate. Non imposte”.
L’assessore comunale al Folklore, Gianni Falla, non vede motivo di far polemica. “Da qualche anno a questa parte – commenta -, abbiamo cercato di dare un tocco di cambiamento, senza stravolgere la festa. Ci siamo impegnati a rispettare alla lettera il testo Pacetto/Vanasia. Lo spostamento della location è stato deciso per offrire una visione artistica e scenografica nuova, cercando di incastonare il castello tra i palazzi storici e San Matteo”.

“Questo non piace? Rispetto le opinioni degli sciclitani. Ma a malincuore mi accorgo – aggiunge Falla – che ci si è dimenticati della religiosità e del messaggio della sacra rappresentazione. Viene tralasciato anche la grande passione e il prezioso impegno di coloro che si adoperano per far sì che la festa sia vissuta nel migliore dei modi”.
“Ho letto commenti sterili. Avrei preferito che gli sciclitani – termina Falla – avessero contribuito alla promozione della festa e della propria città, invece di scrivere e scrivere il nulla, danneggiando l’immagine della festa e della propria città. Viviamo la festa con il rispetto che merita per la sua storia, la sua religiosità e per l’impegno di tutti. W Scicli, W Maria!”.
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