Merlin lascia Scicli dove aveva trovato accoglienza dopo il naufragio del 6 novembre in cui perse la vita la sua ‘piccola’ di 3 anni

Destinazione un centro di accoglienza di Milano

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SCICLI – Repubblica.it pubblica un bel pezzo, firmato da Giorgio Ruta, che racconta la storia di una una mamma (Merlin) che ha perso la sua piccola in uno dei tanti naufragi nel mare Mediterraneo. La tragedia si consumò il 6 novembre scorso.“Non voglio più restare vicino al mare-dice Merlin, penso a mia figlia scomparsa nell’acqua. Perdonatemi, vado via”. Va via da Scicli  per tentare  di non ricordare più quel naufragio del 6 novembre in cui perse la vita la sua Divany, inghiottita dal Mediterraneo. Lei va verso Milano, lontana dal mare. Merlin ha 20 anni, scrive Ruta nel pezzo, è partita dal Camerun assieme alla figlia di tre anni Divany, ha attraversato l’Algeria, per poi salpare dalla Libia per raggiungere le coste siciliane. Ma nell’Isola è arrivata sola. Nella sua testa, corre sempre la stessa scena.

Nel pezzo di Repubblica.it si legge: “C’è lei che cade in acqua con la bimba stretta tra le braccia, la paura, le urla. La sensazione di morire sempre più forte, mentre l’aria non arriva più. A questo punto riesce ad aggrapparsi al gommone ormai sgonfio e a porgere Divany a un compagno di viaggio. Salva. Un secondo e Merlin va giù sott’acqua, sicura di non farcela più. Poi c’è il buio. Erano momenti concitati, di grande confusione. Vedevo soltanto le sue mani emergere dall’acqua, le ho strette e l’ho tirata sulla nostra imbarcazione. Aveva la schiuma in bocca, era svenuta. Pensavo stesse per morire, ricorda Gennaro Giudetti, il volontario della ong tedesca Sea Watch che l’ha salvata. Merlin sale sulla nave e quando riapre gli occhi vede l’uomo a cui aveva affidato la figlia. Ma Divany non c’era più, era scivolata dalle mani del ragazzo, mentre finiva in mare anche lui. … che tragico destino per una madre, sopravvivere alla figlia. Dal Canale di Sicilia all’hotspot di Pozzallo, prima di essere accolta in un centro di Scicli. E qui che ha rincontrato il suo “eroe”. L’11 dicembre, accompagnata da un prete, si è asciugata le lacrime che le rigavano il viso, ha preso coraggio, e ha tirato una corona di fiori tra le onde di Scicli. Da quel giorno non ha più visto il mare. Marlin vuole vivere in un centro di accoglienza di Milano, a migliaia di chilometri lontana dal mare, a migliaia di chilometri lontano dal naufragio del 6 novembre.

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