Via del Mare a Cava d’Aliga torna sotto i riflettori

Associazioni e comitati temono che questo scorcio di costa cavadalgese possa subire una trasformazione negativa dall’intervento dell’uomo

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SCICLI – Via del Mare a Cava d’Aliga, ancora una volta, sotto i riflettori. Si accende un dibattito ferragostano sull’uso di quel tratto di costa cavadalgese.

Una ditta privata avrebbe chiesto e ottenuto l’autorizzazione, da parte del Demanio marittimo, a installare una pedana di legno per uso stagionale. L’allarme è stato lanciato dall’associazione “Cava d’Aliga d’Amare”, attraverso un post sui social.

Alcuni dei nostri associati – si legge – hanno notato dei lavori in via del Mare, la stradina sterrata che costeggia gli scogli di Cava d’Aliga. A un centinaio di metri dalla ‘grotta’ sul curvone, dei massi di cemento erano stati posati sugli scogli. Arrivati sul posto, dopo aver avvisato le autorità competenti sul territorio (Polizia Municipale e Capitaneria di Porto), apprendiamo che la ditta che stava operando era in possesso di autorizzazione n. 657/2022 del 27/07/2022, rilasciata dal Demanio Marittimo della Regione Siciliana”.

Attendiamo ancora e, da una prima disamina della pratica da parte degli uffici comunali di Scicli (da approfondire) sembra – conclude la nota – manchino dei pareri obbligatori e propedeutici al rilascio della predetta autorizzazione, per cui i massi in cemento sono stati rimossi”. 

Legambiente interviene sulla questione denunciata da “Cava d’Aliga d’Amare”. “Purtroppo a Scicli – dichiara Alessia Gambuzza, presidente del circolo locale Kiafura – si sta realizzando quanto avevamo previsto già al tempo dell’autorizzazione rilasciata per la costruzione dello stabilimento Sabir di Donnalucata, nel 2021”.

Nella foto la presidente del circolo Legambiente Kiafura, Alessia Gambuzza

Durante la precedente amministrazione comunale – prosegue Gambuzza – non si provvide a completare l’aggiornamento dello strumento urbanistico specifico, cioè il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo. Resta dunque vigente il Piano approvato nel lontanissimo 2007 e si lascia in tal modo la preziosa costa sciclitana sottoposta ‘al primo che arriva’“.

Legambiente chiede all’Amministrazione “non solo di vigilare, ma anche di voler procedere con massima sollecitudine verso un iter veramente concertato con la città volto alla messa a punto del PUDM, uno strumento di tutela e di pianificazione del territorio costiero, essenziale per il corretto sviluppo della grandissima risorsa costiera di Scicli”.

Cava d’Aliga, terra di nessuno”. Lo scrive in una nota, invece, il coordinatore del Comitato Viabilità e Sicurezza Stradale “Viale della Pace” di Cava d’AligaFrancesco Parisi.

Via del Mare non è un semplice collegamento, ma è soprattutto un emblema per la borgata. Rappresenta – commenta Parisi – la cornice ad una scogliera che costituisce un ‘unicum’ naturalistico di valore inestimabile. Purtroppo gli stessi abitanti hanno esposto questa via a un rischio ambientale, dovuto al degrado incalcolabile, assimilandola ad una discarica di rifiuti speciali e pericolosi.

Adesso via del Mare e la scogliera adiacente – continua Parisi – sono sotto attacco di una ditta che, forte dell’autorizzazione rilasciata dal responsabile del Settore Territorio e Ambiente n° 657 del 27/07 e che scade mercoledì 31 agosto, continua subdolamente a tentare di disporre blocchi di calcestruzzo, provocando danni irreversibili al patrimonio naturale”.

Nella foto Francesco Parisi

Il documento a firma di Parisi aggiunge: “La componente attiva di questa comunità si rivolge al sindaco Mario Marino che, in qualità di primo cittadino, deve intervenire tempestivamente e decisamente per mettere in sicurezza questo angolo di natura, risparmiato dalla follia edificatoria degli anni ’60 e di quella attuale”.

Il sindaco – conclude la nota – dovrebbe inoltre cogliere questo tentativo ripetuto di aggressione alla scogliera per chiudere via del Mare e ricongiungendola al Parco extraurbano di Costa di Carro, bonificandola dai rifiuti e impedendo ulteriori stupri ad opera di costruttori di dubbia sensibilità ambientale”.

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