Cava d’Aliga, ritrovate le carcasse di due cani

La segnalazione giunge dagli abitanti della borgata. La Lav Ragusa: “Sconcertati e preoccupati, forse uccisi da bocconi avvelenati”

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SCICLI – Sullo sfondo sembrano profilarsi dei nuovi casi di avvelenamento di animali. A Cava d’Aliga torna a suonare l’allarme dei boccini avvelenati. Ieri alcuni residenti della borgata hanno segnalato il ritrovamento di due carcasse di cani.

Stando alla Lega Anti Vivisezione di Ragusa, che denuncia il fatto, non è la prima volta che nella zona si verificano episodi del genere: “Lo scorso mese – afferma la presidente provinciale Lav, Resi Iuratosono state lanciate delle polpette avvelenate sul terrazzo di una abitazione dove vivevano due cani.

Restiamo sconcertati e preoccupati per la leggerezza con cui si condannano a morte delle vite innocenti, spesso per futili motivi, come potrebbe essere il fastidio dato dall’abbaiare. In questi casi – spiega Iurato – è opportuno mettere in atto le disposizioni dell’ordinanza del Ministero della Salute del 12 luglio 2019, inerente alle norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati.

La presidente della Lav iblea precisa che “in questi casi, dopo che la Polizia Municipale verifichi la presenza o no del microchip, si procede al prelievo della carcassa dell’animale e all’invio di campioni biologici all’ASP veterinaria, per accertare o meno, con l’autopsia presso l’istituto zooprofilattico, la causa della morte e la natura delle esche, se recuperate”.

Nella foto Resi Iurato

Dall’altra parte è obbligo del Comune – aggiunge Iurato – bonificare la zona ed allertare i residenti, con cartellonistica adeguata, che potrebbero esserci altri bocconi avvelenati, pericolosi non solo per gli animali ma anche per i bambini.

La speranza della Lav è che siano state messe in atto “tutte le disposizioni dell’ordinanza, al fine di salvaguardare la salute e la vita di tutti. C’è ancora tanta strada da fare per sradicare dalla nostra terra la cultura di chi crede di essere padrone della vita altrui, tanto da provocarne la morte”.

Continuiamo a lavorare – termina Iurato – perché la necessità di combattere il maltrattamento degli animali possa radicarsi almeno nelle nuove generazioni. È fondamentale che si rispettino le disposizioni di leggi e ordinanze a tutela della salute di tutti. Chi commette questi atti delittuosi deve pagare per i reati commessi”.

 

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