Fornace Penna, “Telecamere per filmare come cade a pezzi?”

Contraria al finanziamento per la videosorveglianza intorno al rudere la deputata regionale Stefania Campo. Avrebbe preferito prima procedere con la messa in sicurezza del sito di contrada Punta Pisciotto a Sampieri

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SCICLI – Precedenza alle telecamere rispetto alla salvaguardia del rudere da sorvegliare. La deputata regionale del Movimento Cinque Stelle Stefania Campo avrebbe invertito i due passaggi, vista la precarietà dell’ex Fornace Penna di Sampieri.

Quale deterrente, o strumento di protezione, con un rischio collasso dietro l’angolo, – chiede la pentastellata –, dovrebbe costituire la videosorveglianza per la struttura stessa? Forse filmare le pietre cadere al suolo?”. Campo reputa, allo stato attuale, inutile (“Se non per evitare che dei curiosi rimangano vittime di crolli”) il sistema di monitoraggio video, da installare attorno allo stabilimento bruciato di contrada Punta Pisciotto e per cui l’assessorato regionale ai Beni culturali ha stanziato 52 mila euro.

Partendo dal presupposto che qualsiasi attenzione e intervento è sempre ben accetto, soprattutto se a tutela delle persone – rileva la parlamentare all’Ars -, non possiamo che ribadire come la Fornace Penna abbia bisogno di urgentissimi interventi di messa in sicurezza.

E a proposito di salvaguardia del prezioso rudere, l’esponente del M5S ricorda come qualche settimana dopo il decreto di esproprio si è tenuto un incontro tra il soprintendente di Ragusa e il sindaco Mario Marino, per discutere le prime azioni da intraprendere. “A questo incontro, nel quale si era anche deciso di istituire un tavolo interistituzionale (composto dai parlamentari regionali dell’area iblea, dal soprintendente e da un numero ristretto di rappresentanti delle associazioni che da anni perorano la causa) tuttavia – commenta Campo -, per stessa ammissione di Marino, non è stato dato alcun seguito.

Nella foto Stefania Campo

Le preoccupazioni per la deputata non finiscono qui. “Alcuni eredi della Fornace – spiega – hanno accettato l’indennizzo, mentre altri hanno annunciato di voler adire a contenzioso. Questa situazione, chiaramente, potrebbe potenzialmente rallentare il processo di recupero e messa in sicurezza del sito”.

Campo vuole che il Governo regionale informi sulle tempistiche previste per la completa salvaguardia del sito. “Se sia già stata predisposta dalla Soprintendenza una perizia per i primi lavori – prosegue la pentastellata – vorremmo sapere a quanto ammonta il costo dell’intervento, in che modo si intenda finanziarlo e come si pensa di procedere in relazione al contenzioso annunciato da alcuni eredi”.

Ci saremmo aspettati uno stanziamento con uno zero in più per la messa in sicurezza, piuttosto che la sola installazione delle videocamere, che possono essere utili per la sicurezza delle persone, ma non certo per la stabilità del sito, sempre più precario. Ricordiamo a tutti che, dopo la caduta di alcune arcate, sono venuti a mancare – termina Campo – i contrafforti essenziali per la tenuta d’insieme. Quindi, basta annunci, si velocizzi concretamente!”.

 

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