Scicli Social Club: è l’ora della “fase ad orologio”

In campo domani per la prima gara. Ci si gioca una stagione: i gialloverdi si affidano ancora all’esperienza dell’evergreen Giovanni Marino, che in un'intervista ci pala un po' di sé

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PALLAMANO – Domani sera parte la fase ad orologio del campionato di serie B, che avrà termine il 29 aprile.

L’asd Handball Scicli Social Club, classificatasi al terzo posto nella stagione regolare, scende in campo per affrontare in casa la compagine del PGS Villaurea Palermo, davanti al proprio pubblico di palato fine e molto sportivo. L’inizio della partita è previsto per le ore 19.30, la cui direzione è stata affidata a Marilisa Sardisco e Agnese Venturella.

Durante la settimana il gruppo gialloverde ha svolto regolarmente gli allenamenti con molta attenzione e determinazione. Il coach Luigi Ciavorella non potrà disporre dell’esperto portiere Riccardo Tasca, già da tempo alle prese con un serio infortunio, e Cristopher Ficili, appiedato dal Giudice Sportivo per due giornate, ma potrà contare sui giovani rincalzi che scalpitano. L’impiego di qualche altro atleta, non al meglio delle condizioni fisiche, sarà valutato domani.

In vista della seconda parte della stagione è stata realizzata un’intervista con Giovanni Marino, “autentica guida” in campo di questo gruppo formatosi nello scorso periodo estivo.

Nella foto Giovanni Marino

Marino, quasi cinquantenne, il prossimo 29 marzo, dal fisico asciutto e dalla muscolatura molto tonica, sta mettendo a disposizione della squadra gialloverde la sua esperienza tecnico/tattica, con risultati abbastanza apprezzabili finora.

La sua “avventura” in questa disciplina è iniziata a 14 anni, quando frequentava la scuola media, poi, per un lungo periodo, ben 9 anni, ha vestito la maglia della Libertas Scicli, interpretando il ruolo di pivot, in campionati giovanili e serie B.

Poi, la sua carriera è stata interrotta per un grave infortunio, all’età di 22 anni, riportando la rottura del legamento e del menisco del ginocchio destro. Dopo l’intervento chirurgico, decisamente riuscito, dimostrando grande abnegazione per la disciplina, ha ripreso a giocare con diverse squadre, tra le quali il Mascalucia, Antiche Conserve di Sicilia Ragusa, in serie B e A2, ed infine a Scicli, sempre in serie B e in A2 (promozione centrata nella stagione 2012/2013).

Dopo un periodo di sosta, come giocatore, ecco che nella scorsa estate sboccia nuovamente l’amore per questa disciplina, grazie al progetto proposto dal presidente Carmelo Ficili e all’entusiasmo di un gruppo meraviglioso di giovani locali, molto promettenti.

Cosa ti ha fatto appassionare alla pallamano?

Lo sport in generale mi è sempre piaciuto in tutte le sue sfaccettature ma, ciò che mi ha fatto appassionare e amare la pallamano, non è stato tanto lo sport in se, ma in particolare una persona, il professore Enzo Carbone, l’allenatore della società di pallamano dello Scicli. Lui è stato l’unico che ha creduto subito in me, mi ha sostenuto, stimolato ed incoraggiato a credere in me stesso e a pensare che non esistono limiti se non quelli che noi stessi ci poniamo. Sono a debito con la pallamano, perché se oggi sono quello che sono lo devo alla pallamano, al prof. Carbone e anche a me stesso, senza tralasciare la mia famiglia”.

Quale è stato il ricordo più bello della tua lunga carriera?

Di ricordi ne ho tanti ma quello più bello è stato quando mi ha chiamato il Presidente della squadra ragusana Antiche Conserve di Sicilia, l’avvocato Nitto Rosso, che militava nel campionato di serie B. L’avv. Rosso mi propose di giocare nella sua squadra per provare a centrare la promozione in A2. Parlando del più e del meno, mi chiese cosa facevo, oltre a giocare a pallamano, ed io gli risposi che stavo ultimando la tesi e mi sarei laureato tra qualche mese in Scienze e Tecnologie Alimentari, lui mi guardò e mi propose di lavorare nella sua azienda di famiglia, Antiche Conserve di Sicilia, neanche a dirlo accetto immediatamente. Corro a casa felicissimo, racconto tutto ai miei genitori, e per la prima volta in assoluto, riuscivo a parlare fiero ed orgoglioso della pallamano, finalmente ho potuto dire ai miei che non avevo perso tempo, ma grazie alla pallamano ero riuscito a trovare il mio primo ed importante lavoro. Avevo coronato un sogno, ero riuscito a coniugare studio, sport e lavoro e soprattutto a motivare e valorizzare quel tempo passato a giocare, tempo perso per i miei genitori”.

Dopo 14 gare disputate in questa stagione che hanno consentito di ottenere un meritato quanto dignitoso terzo posto per la tua squadra come vedi il futuro? Pro e contro dei tanti giovani impiegati.

Dopo aver disputato le quattordici partite della stagione in corso, è normale fare alcune riflessioni. Premesso che si può e si deve fare meglio, detto ciò la mia riflessione è più che positiva, considerando che è una nuova società, un nuovo gruppo di giovani con qualche senior diversamente giovane. Ad oggi le prestazioni del gruppo sono andate sempre crescendo, grazie anche alla crescita importante di alcuni giovani, che partita dopo partita, hanno acquistato fiducia e determinazione, diventando sempre di più, punti di riferimento e di forza della squadra. Domani inizia la fase ad orologio, sarà una fase molto impegnativa, ma sono certo che il nostro gruppo affronterà questa fase con la giusta concentrazione e determinazione”.

Ai giovani che vogliono praticare la pallamano cosa consiglieresti?

Ai giovani che vogliono praticare la pallamano, ma vale anche per qualsiasi tipo di attività sportiva, consiglio di fare tutto con il massimo impegno e passione, e di viverla come una opportunità e mai come un sacrificio o perdita di tempo. Puntare a diventare ‘campioni di vita’ anche se non si dovesse diventare campioni di sport. Tutto ciò è quello che ogni giorno dico a mia figlia Nora”.

Ottavio Modica

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