Scicli: lanciato un altro salvagente per la zona artigianale

Confronto tra Cna e amministrazione comunale sul futuro dell’area di contrada Zagarone. Il segretario territoriale dell’associazione di categoria iblea, Carmelo Caccamo: “Necessario che il Comune operi una verifica delle imprese insediate e accerti l'attività svolta all'interno di ogni singolo laboratorio”

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SCICLI – Richieste chiare, precise e determinati per il futuro della zona artigianale di Scicli. La Cna ci riprova, lanciando un altro salvagente verso l’area di contrada Zagarone, con l’intenzione di condurla in acque più sicure.

Tra l’associazione di categoria e l’amministrazione Marino c’è stato un confronto, tenutosi nei locali che ospitano gli uffici del Suap. Diverse le sedie sistemate attorno al tavolo di interlocuzione: da una parte, a rappresentare la Cna, il segretario provinciale, Carmelo Caccamo, il vicepresidente territoriale Francesco Occhipinti e il responsabile organizzativo Franco Spadaro; dall’altra il vicesindaco Giuseppe Causarano, con delega allo Sviluppo economico, e il responsabile Suap Carmelo Arrabito; in mezzo i titolari di alcune aziende insediate nella zona artigianale.

I commenti post-incontro giungono direttamente dai tre rappresentanti Cna. “Abbiamo chiesto – commenta Caccamo – di predisporre una verifica delle aree non edificate e appurare se le ditte assegnatarie hanno ancora la reale intenzione di costruire il loro laboratorio oppure, sulla base del regolamento di gestione dell’area, avviare le procedure di revoca delle assegnazioni”.

Il vicepresidente Occhipinti, inoltre, ha precisato come l’associazione di categoria sia “pronta ad accompagnare le imprese nella ricerca delle migliori condizioni per la costruzione degli opifici; ma allo stesso tempo siamo consapevoli dei fondi pubblici spesi nell’area e delle altre imprese che chiedono di poter costruire. Per cui, diciamo che non è più possibile lasciare i lotti non edificati”.

Dal responsabile organizzativo è stato evidenziato un altro aspetto, ossia quello relativo all’insediamento di nuove aziende, che negli ultimi anni hanno acquistato o preso in affitto parte degli opifici.

“Ecco perché – prosegue Spadaro – riteniamo sia necessario che l’amministrazione comunale operi una verifica delle imprese insediate e accerti, tramite gli uffici competenti, l’attività che viene svolta all’interno di ogni singolo laboratorio. Le zone artigianali riflettono lo stato di salute dell’economia di un paese. Per queste motivazioni, la Cna – termina – ne chiede il completamento per quanto riguarda i lotti e l’utilizzo del centro servizi, con riferimento alla destinazione iniziale che da sempre costituisce un nostro cruccio”.

 

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