SCICLI – Pressoché un miraggio disporre di acqua potabile a Cava d’Aliga. La problematica ciclicamente irrompe nelle case dei residenti, provocando enormi disagi, che spesso si protraggono per mesi. Attualmente la borgata, come gran parte della fascia costiera sciclitana, attende la revoca dell’ordinanza che, dal 10 novembre scorso, vieta l’uso ai fini potabili della risorsa idrica.
In redazione continuano ad arrivarci lettere di abitanti stanchi di subire disservizi. La più recente arrivata alla nostra casella di posta porta la firma di una cittadina che risiede a Cava d’Aliga.
“Vi contatto – scrive – a proposito della situazione che si sta vivendo a Cava d’Aliga riguardo il problema dell’acqua non potabile che, per di più, va avanti a singhiozzo da inizio 2023. Il disservizio, che si era presentato prima a febbraio e poi a giugno, non è stato risolto. La risposta del Comune è stata quella di dare in gestione l’acquedotto a Iblea acque”.
La scrivente fa notare come “in queste occasioni e non solo, i comuni siciliani dimostrano di eludere i diritti che appartengono ad una civiltà: l’acqua è un bene prezioso da tutelare e riconoscere ad ogni persona”. Nella lettera viene posto in evidenzia un aspetto che “sbalordisce oltre ogni limite”. Chi scrive, infatti, denuncia che “nessuno si è posto il problema di tutelare i cittadini per il disagio che stanno vivendo e pensato di alleviare il danno causato, mettendo a disposizione, per esempio, delle autobotti di acqua potabile. Inoltre c’è un costo per le spese di fognatura da sostenere. Vista la situazione, che si protrae da più di un anno, le bollette dovrebbero essere alleggerite da queste spese!”.
Tutto ciò viene messo per iscritto “nella speranza che qualche siciliano – conclude la lettera – si attivi con un’azione positiva. Cordiali saluti”.
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