Lo Scicli Social Club rifiata, parola al capitano “gialloverde”

Cristopher Ficili intervistato da Ottavio Modica. Una chiacchierata, approfittando della sosta pasquale

Foto scattate da Ottavio Modica
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PALLAMANO – Il campionato di pallamano, in vista delle festività pasquali, effettua un turno di riposo, per riprendere il 6 aprile. L’Handball Scicli Social Club, dopo aver effettuato sedici gare, di cui l’ultima l’ha visto soccombere nel derby cittadino, tira il fiato. Quando mancano sei giornate al termine della stagione, di cui quattro in casa, è apparso opportuno sentire le considerazioni del capitano Cristopher Ficili.

Parliamo della tua stagione? La prima da capitano.

Una bella domanda. È sicuramente un onore rappresentare la squadra del mio paese. Siamo al secondo anno nel campionato di serie B e abbiamo iniziato con il giusto approccio alla prima giornata, ottenendo un bel successo sull’Aetna Mascalucia. Poi, abbiamo subito due sconfitte di fila, di cui una in casa; di contro, ci siamo ripresi con due successi nei due derby, il primo, sul campo del Ragusa, l’altro, battendo lo Scicli Sport Club”.

“Successivamente di nuovo uno stop sul campo dell’Aretusa. Dal quel momento la squadra ha subito un’involuzione, a seguito anche di alcun assenze importanti, ma siamo riusciti a chiudere il 2023 con due successi. Ma, l’inizio del 2024 non è stato per nulla confortante, perché abbiamo perso tre partite di fila, che ci hanno visto allontanare vistosamente dalla quarta posizione, la quale ci avrebbe permesso di disputare l’ambita kermesse della Coppa Sicilia, nostro obiettivo ad inizio della stagione”.

“L’inizio del girone di ritorno anche se con diversi compagni infortunati siamo riusciti a centrare due vittorie di fila, esprimendo un buon gioco corale; poi, di nuovo alti e bassi, fornendo, infine, una prova incolore nel derby cittadino. Questa esperienza di capitano mi ha fatto maturare nel carattere, come personalità”.

Quando nasce la tua passione per la  pallamano? Quale è stata la tua migliore partita in questa stagione?

La mia passione per la pallamano è nata quando frequentavo la scuola media, più in particolare, ricordo la figura emblematica, in quel periodo, di Dragan Lucic. Io ho giocato un paio di anni nel settore giovanile. Poi, ho lasciato perdere riprendendo a giocare all’età di 24/25 anni, giocando nella squadra di Scicli”.

“Successivamente, per quasi cinque anni ho giocato con la squadra di Ragusa, conoscendo tutte le sfumature di questa appassionante disciplina. Li ho giocato ad alti livelli, in serie A1. Oggi, invece, all’età di 34 anni mi ritrovo a giocare per la squadra del mio paese di origine, nel campionato di serie B e ne sono veramente orgoglioso”.

“Penso che le migliori partite disputate in questa stagione siano da ricondurre a quella giocata in casa con la capolista Alcamo persa con una differenza di quattro reti, ma giocata alla pari, l’altra, quella giocata sul campo dell’Aetna Mascalucia, vinta con un largo margine, esprimendo un gioco da serie superiore. Ricordo anche che in quella partita segnai ben 11 reti, il mio record stagionale”.

Come ti spieghi l’andamento poco convincente della tua squadra nelle ultime gare?

Forse il fatto di non poterci allenare tutti assieme durante la settimana, in quanto parecchi sono impegnati all’università e qualcuno per infortuni muscolari. Quest’anno molte cose non sono andate per il verso giusto, forse anche per un cambiamento generazionale. Adesso, dobbiamo lavorare a testa bassa, magari dando spazio a qualche giovane under per concludere la stagione nel modo più dignitoso possibile. Ci faremo trovare pronti alla ripresa del campionato dopo questa pausa, attuando il nostro gioco e mettendo in campo tanta intensità”.

Un voto a te e alla società?                       

Non mi sento di darmi un voto in quanto ho profuso sempre il massimo impegno, elemento che si addice ad un coscienzioso atleta. Comunque, una mia caratteristica è la caparbietà. La società è stata brava a non caricarci di pressioni standoci sempre vicina nei momenti di maggiore difficoltà. I risultati sono stati altalenanti, ma la società ha sempre creduto di poter fare meglio”.

 

Ottavio Modica

 

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