I pescatori di Donnalucata diventano una rarità

Per l’inagibilità del porticciolo sono costretti a spostarsi nei porti vicini

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SCICLI – Durante il Consiglio comunale aperto di venerdì, dedicato al futuro del porticciolo di Donnalucata, uno dei due palchetti dell’aula consiliare era interamente occupato dai rappresentati del “Circolo Nautico di Donnalucata”, dell’associazione “Fonte delle Ore” e delle cooperative pescatori “San Giuseppe” e “U Scaru”.

Gruppi accomunati da un lavoro decennale e instancabile, oltre che da una sintonia di idee e obiettivi su possibili suggerimenti e soluzioni, riguardanti le problematiche dello scalo di alaggio donnalucatese. Al termine dei lavori consiliari hanno diffuso un documento.

L’inagibilità del porto, vero cuore dell’antico borgo marinaro, ha creato e continua tutt’ora a creare – si legge – una lenta moria della marineria locale. Intere famiglie donnalucatesi, trovandosi a fronteggiare una crisi economica già pesante, visto il perdurare del problema, obbligate a spostarsi nei porti ‘vicini’, sono costrette ad abbandonare un mestiere tramandato da padre in figlio, causando un danno immane al settore economico e sociale del territorio, stravolgendo il volto della borgata“.

“Le attività economiche di Donnalucata (alberghi, ristoranti, bar, pizzerie e negozi di ogni genere) – prosegue la nota – continuano ad essere penalizzate da un contesto e un indecoroso spettacolo, per niente consono alla bellezza del nostro territorio. La situazione attuale, di straordinaria ordinarietà, che si presenta ormai da circa cinquanta anni, rappresenta un pericolo per l’incolumità pubblica e un danno alla salute dei cittadini; il sito, per gran parte dell’anno, eccezion fatta per i mesi estivi, diventa ricettacolo di insetti, topi e rifiuti di ogni genere, inoltre il processo di fermentazione della posidonia e del materiale organico produce gas maleodoranti, oltre ad essere substrato ideale per la proliferazione di microrganismi quali funghi, virus e batteri pericolosi per la salute umana“.

“Per non parlare, infine, dello sperpero di denaro pubblico che invero potrebbe essere adoperato per piccoli e continui interventi di lieve entità, rendendo fruibile la struttura e salubre l’area per tutto l’anno. Insomma siamo dell’idea che il porto di Donnalucata – scrivono i gruppi – sia diventato un teatro a cielo aperto, pronto ad offrire alla vista da una parte bellezza e dall’alta l’incapacità politica degli ultimi 30 anni: un palcoscenico ideale per politici di turno pronti a dettare il proprio canovaccio illudendo i cittadini!”.

“Pensiamo sia arrivato il momento di voltare seriamente pagina! Non siamo più disposti ad illuderci dietro progetti faraonici o finanziamenti decantati in più occasioni e probabilmente inesistenti o perduti. Siamo consapevoli – precisa il documento – di avere un porto che va semplicemente adeguato alle esigenze, messo in sicurezza e reso fruibile”.

La soluzione che proponiamo consiste nella creazione di un piccolo braccio di levante, pressoché omologo a quello esistente a ponente e con il quale si creerebbe una piccola diga foranea interna, evitando l’ingresso del moto ondoso. Nell’immediatezza, invece – aggiunge il comunicato –, si necessita un serio dragaggio, riportando il livello del fondale ad una misura tale da poter almeno far accedere ed attraccare le imbarcazioni all’interno dello stesso”.

Le associazioni donnalucatesi chiedono di intraprendere un’interlocuzioneseria con gli enti preposti e di affrontare tempestivamente il problema impegnandoci tutti, ed in primis la politica, alla risoluzione definitiva della questione”.

 

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