SCICLI – Le 130 ossa dei resti scheletrici del Beato Guglielmo Cuffitella, compatrono di Scicli, sono in ottime condizioni. Ieri, per la prima volta nella storia, è stata effettuata la ricognizione canonica, durante una solenne cerimonia in chiesa Madre. L’ispezione delle reliquie rappresenta la fase iniziale di un iter che proseguirà nei prossimi mesi, quando si procederà alle analisi mediche e al restauro conservativo del seicentesco busto reliquiario argenteo.
Un momento pubblico è previsto in autunno. All’intera comunità sciclitana verrà illustrato l’intervento completo, nel corso di un convegno che si sta organizzando in collaborazione con la Diocesi di Noto, la Soprintendenza di Ragusa, l’amministrazione comunale e il centro studi e documentazione “Città di Scicli”.
Il progetto di restauro del busto reliquiario è curato da maestranze argentiere, dal dottor Giuseppe Mercurio e dalla ditta “Gelardi” di Palermo. Sui resti scheletrici saranno, inoltre, effettuati ulteriori esami. In particolare, si procederà alle analisi paleopatologiche e alla ricomposizione dello scheletro, procedimenti che verranno seguiti dai dottori Luca Ventura, Roberto Taddei e Valentina Pensiero.
L’intervento complessivo è stato finanziato dall’Ancos di Ragusa, presieduta dal sciclitano Pietro Di Rosa e rappresentata nella cerimonia anche dal segretario Enrico Falla.
“Il 23 giugno 2025 – commenta Di Rosa – è una data storica per Scicli che fortifica le proprie radici identitarie e religiose. Un doveroso ringraziamento alla Confartigianato di Ragusa, che sta permettendo i lavori, al vescovo di Noto, monsignor Salvatore Rumeo, a padre Pietro Zisa, al vicario foraneo di Scicli, padre Ignazio La China, e al soprintendente di Ragusa, Antonino Di Marco. Tutti insieme stiamo incentivando un pacchetto di interventi di grande valore per l’intera comunità sciclitana, molto legata alla sua tradizione culturale e religiosa”.
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