Scicli, si accendono le luci su palazzi storici e chiese rupestri

Nel primo weekend la città "cremisi" è stata la più visitata dopo Palermo e Catania

Foto repertorio
-Pubblicità-    

SCICLI – Torna questo weekend anche a Scicli il festival de “Le Vie dei Tesori” con il secondo appuntamento, pronto a scattare il 9 e 10 ottobre. Il primo fine settimana della manifestazione ha fatto segnare numeri significati in termini di visite: la città “cremisi” è stata la terza città più visitata dopo Palermo e Catania.

I luoghi aperti – si legge in una nota dell’organizzazione – restano tredici. In cima alla lista il Comune, con le stanze utilizzate come set della fiction de ‘Il Commissario Montalbano’. In stretta collaborazione con la Pro Loco, apre il bellissimo palazzo Busacca, ottocentesco, costruito dall’Opera Pia che gestiva ‘L’oro del Busacca’, il patrimonio di Pietro Di Lorenzo; poi Palazzo Bonelli Patanè, uno dei tesori nascosti della cittadina barocca, elegante, leggero, interamente affrescato tra fine ‘800 e inizi ‘900″.

Ed ancora – prosegue lo staff del festival culturale – palazzo Spadaro con i balconi a mensoloni: qui scoprirete una bellissima collezione del Gruppo di Scicli, con in testa gli artisti Piero Guccione e Franco Sarnari”.

Scoprirete pure il museo spontaneo, dentro la chiesa di San Vito, dedicato alle ‘carcare’, le antiche fornaci; percorrendo via Penna si potrà visitare l’antica farmacia Cartia, che sembra essere rimasta all’800, e il Museo del costume e della cucina. Passando alle chiesette rupestri – continuano i promotori de ‘Le Vie dei Tesori’ -, troviamo quella della ‘Scalilla, legata alla leggenda della Madonna della Catena, che intervenne per salvare la vita di tre poveracci condannati ingiustamente”.

Vi condurremo – aggiungono gli organizzatori -, inoltre, all’interno di due affascinanti chiese, quella di Santa Maria della Consolazione, che nasconde un portale rarissimo (esempio dell’architettura rinascimentale del Val di Noto), e di Santa Teresa, un tripudio di stucchi, spire floreali, intarsi, leziose cornici rococò e tele settecentesche, con gli ex voto quattrocenteschi dal convento della Croce”.

“Infine – chiude la nota -, un luogo che è simbolo di rinascita sociale: il convento domenicano del Rosario, passato nel 1883 alle terziarie Domenicane che ne hanno fatto un centro diurno per giovani in difficoltà”.

-Pubblicità-