Scicli sulle “vie dei tesori”

Tre weekend (da sabato 2 a domenica 17 ottobre) per visitare luoghi unici e suggestivi

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SCICLI – Presentato a palazzo Spadaro il festival “Le Vie dei Tesori” 2021Tredici luoghi a Ragusa, dove si visita il cantiere di restauro del Teatro della Concordia, chiuso da decenni, e le Cave Gonfalone, labirinto sotto la città. E dieci luoghi a Scicli, dove il festival punta al colle San Matteo, scende nella Grotta delle 100 scale e ritorna alle grotte di Chiafura. Tante passeggiate e esperienze: sulla “Barocco Line” alla scoperta degli ipogei, al tramonto sul colle di San Matteo, a cavallo sulle mulattiere o in visita agli allevamenti di bufale

Il festival “Le Vie dei Tesori” si svolgerà da sabato 2 a domenica 17 ottobre, con il supporto dei Comuni di Ragusa e Scicli. “Una manifestazione importante che è riuscita ad entrare nel dna del nostro territorio con importanza e forza: è un progetto complessivo che ha coinvolto i nostri giovani”, dice il sindaco di Scicli, Enzo Giannone.

La bellezza del territorio -aggiunge Giannone- protagonista con i suoi tesori, le sue chiese barocche, il Sud Est che è un luogo dell’anima con una sua identità antropologica precisa: c’erano prima di Montalbano e ci saranno poi”.

Al termine della presentazione SVN ha realizzato una serie di interviste.

Di seguito la scheda completa dei luoghi che saranno visitabili a Scicli durante l’evento “Le Vie dei Tesori” 2021.

Una bellissima edizione molto legata al territorio, con il ritorno di luoghi che il pubblico ha amato veramente tanto. A partire delle grotte di Chiafura, abitate dalla povera gente fino agli anni Sessanta, quando le condizioni inumane di questa comunità finirono in Parlamento su iniziativa di un gruppo di intellettuali, tra cui Guttuso, Pasolini, Carlo Levi.

Il sito di Chiafura venne abbandonato, oggi è un museo del “vivere povero” – ne trovate un esempio perfetto, costruito da un “chiafuraru” doc come Carmelo Raimondo che ha allestito “A rutta ri Ron Carmelu”, una casa-museo vera e propria, esempio di come si viveva nelle grotte –  da visitare come anche quello dentro la chiesa di san Vito, dedicato alle “carcare”, le antiche fornaci.

Da non perdere l’antica farmacia Cartia, che sembra essere rimasta all’800, tra bilancini, albarelli da farmacie, pozioni, provette, preparazioni dai nomi magici; o anche il Museo del costume e della cucina: qui è esposto per la prima volta il corpus di bozzetti e prove d’autore di Bartolomeo Militello, l’ultimo dei decoratori della città barocca, interprete della sensibilità religiosa popolare.

Due le chiesette rupestri, una più interessante dell’altra: la “Scalilla”, costruita in una grotta ai piedi di San Matteo, ha una facciata semplice, con un piccolo campanile inglobato e un finissimo portone policromo. E’ legata alla leggenda della Madonna della Catena che intervenne per salvare la vita di tre poveracci condannati ingiustamente.

E la Madonna di Piedigrotta, ai piedi del Colle della Croce, di fronte al costone di Chiafura. Fondata nel 1630, grazie a donazioni di don Giuseppe Miccichè, fondatore del Collegio dei Gesuiti di Scicli, è scavata nella roccia, e vi si accede attraverso un piccolo portale. Sopra l’altare l’immagine della Madonna della Pietà scolpita in calcare dipinto, con il bordo scolpito a bassorilievo e popolato da puttini e simboli della Passione di Cristo.

E per chiudere il tour si può salire a San Matteo, per guardare da quassù l’intera vallata: c’è anche la possibilità di un tour particolare, il San Matteo Golden Hour al tramonto, che include anche la visita al campanile e un aperitivo.

Ritornando nel centro storico, visitate l’imponente presepe della famiglia Caruso, 20 metri quadrati, popolati da oltre 100 personaggi, statuette alte 18 centimetri, realizzate dall’artista calatino Vincenzo Velardita. Un altro presepe vi attende alla fine dei cento gradini della Grotta delle Cento Scale che scende nella “pancia” di San Matteo, un antico passaggio che conduceva ad un polla di acqua dolce, necessaria in caso di assedio dei saraceni.

Una passeggiata condurrà invece alla scoperta dei palazzi delle famiglie più abbienti della Scicli seicentesca, prima del terremoto.

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