Scicli: adozione “Studio centro storico”, la minoranza non ci sta

Risposta dei sei consiglieri comunali di opposizione al documento di "Civici e progressisti"

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SCICLI – L’ultimo Consiglio comunale, con i voti della maggioranza, ha adottato lo Studio del Centro storico. Il gruppo ‘Civici e progressisti‘, in una nota diffusa agli organi di stampa, ha parlato di un importante studio con effetti costitutivi, che consentirà di operare interventi nel centro storico in sintonia con i luoghi e nel pieno rispetto del territorio”.

“Lo studio mira a favorire e garantire –prosegue Civici e progressisti- l’attuazione di una serie di principi di rigenerazione che garantiranno la riqualificazione urbanistica e architettonica del centro storico, attraverso la redazione di linee guida che mirano a  favorirne sia il recupero del patrimonio edilizio che la ripresa culturale, sociale ed economica”.

In queste ore la minoranza consiliare è intervenuta sull’argomento “Studio del centro storico”. Di seguito riportiamo integralmente il loro documento:

In risposta all’esultanza da stadio della maggioranza consiliare affidiamo le nostre parole sulla LR 13/2015 “Studio sui Centri storici” a due professionisti di chiara fama prof.ssa Teresa Cannarozzo e prof. Giuseppe Trombino”

Teresa Cannarozzo: “Purtroppo, per incentivare gli interventi edilizi la proposta legislativa si fa portatrice di un’inquietante serie di ‘semplificazioni’, ricorrendo a regole generiche e sommarie, che consentiranno di omettere le analisi storiche e urbanistiche delle diverse realtà territoriali, dimenticando che i centri storici non sono la somma di case, di chiese e di palazzi, ma sono strutture urbane di antica formazione, che costituiscono la parte più pregiata della città contemporanea, il cuore e il palinsesto della memoria collettiva”.

“Per essere più chiari questo significa che si dovrebbe conoscere quale è il ruolo che i centri storici svolgono oggi e di che cosa hanno bisogno per essere abitabili confortevolmente ed essere immersi nella contemporaneità. Quali funzioni devono essere inserite oltre quella residenziale? In che stato è l’accessibilità, la mobilità, i parcheggi, la rete idrica, le fognature, il consumo energetico, le reti immateriali? Questo significa che prima si deve fare un piano, anche quello semplificato, e poi si passa alla scala edilizia”.

“Assumendo come prioritari la velocizzazione e la semplificazione, vero e proprio «mantra» di questi tempi fatui e mistificanti, si corre il rischio di evadere gli obiettivi della tutela sanciti dalla Costituzione, ma anche di mancare quelli di una valorizzazione «sostenibile». In particolare il disegno di legge metterebbe il proprietario e il suo tecnico di fiducia nelle condizioni di trasformare un edificio a seguito di dichiarazione di inizio di attività, corredata semplicemente da una documentazione grafica e fotografica, in base alla quale attribuire motu proprio la tipologia di appartenenza all’edificio (?) ed i conseguenti tipi di intervento. Si tratta di un gravissimo arretramento culturale e tecnico che non tiene conto dell’evoluzione della materia”.

Giuseppe Trombino: “Altri punti critici della norma riguardano lo studio ‘con effetti costitutivi’ previsto dall’art. 3 della legge, la cui redazione è obbligatoria per tutti i comuni. Allo studio infatti il legislatore ha voluto assegnare un significato assai riduttivo, trattandosi in effetti di una semplice classificazione tipologica del patrimonio edilizio esistente, ovvero una fotografia dell’esistente, non accompagnata da nessuna specifica indagine urbanistica né di altro tipo, né supportato da una ricerca storica, salvo però a definirne l’iter di formazione alla stregua di uno strumento urbanistico”.

In quattro anni, invece della variante generale al PRG per il centro storico, è stato partorito qualcosa che nulla di nuovo introduce nelle previsioni di PRG se non l’illusione di poter demolire e ricostruire il centro storico, con buona pace per Trombino e Cannarozzo.

Ricordiamo, inoltre, ai consiglieri di maggioranza che oltre all’assenza dall’aula c’è anche la presenza passiva. Mentre per l’assenza c’è sempre una motivazione, per la presenza passiva giustificazione non ce n’è.

I consiglieri della Minoranza: Concetta Morana, Marianna Buscema, Licia Mirabella, Enzo Giannone, Giorgio Vindigni, Mario Marino.

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